Il disegno dei bambini: cosa osservare

Generalmente il bambino attraverso il disegno non riproduce la realtà percepita ma disegna ciò che prova, i propri bisogni, stati d’animo, desideri, paure, la posizione che sceglie di assumere nel mondo in cui vive. Pertanto, l’espressione grafica artistica è una modalità espressiva sia a livello cognitivo, emotivo e affettivo, da stimolare e comprendere.


L’attività grafico pittorica è la forma espressiva maggiormente utilizzata dai bambini per rappresentare i propri stati d’animo e le proprie emozioni.
Generalmente il bambino attraverso il disegno non riproduce la realtà percepita ma disegna ciò che prova, i propri bisogni, stati d’animo, desideri, paure, nonchè la posizione che sceglie di assumere nel mondo in cui vive. Pertanto, l’espressione grafica artistica è una modalità espressiva da comprendere e stimolare a livello cognitivo, emotivo e affettivo.
Nel bambino lo sviluppo dell’attività grafica segue le tappe del suo sviluppo cognitivo e affettivo.
Intorno ai due anni il bambino inizia con i primi scarabocchi che sono eseguiti a caso, provocati più da movimenti muscolari involontari che da una reale intenzione di realizzare un prodotto grafico.
Tra i due e quattro anni, dai primi scarabocchi il disegno assume una connotazione più sistematica e il bambino inizia a sperimentare una corrispondenza tra i movimenti della mano e i segni sul foglio.
Intorno ai quattro anni inizia a produrre linee orizzontale e verticali, intrecciandole tra loro e rappresentando i primi abbozzi di figura umana.
Successivamente si entra nella fase pre-schematica (dai quattro ai sette anni) in cui il disegno dell’”omino” è il tema più ricorrente e utilizzato per rappresentare l’idea che il bambino si fa delle persone disegnate. Inizialmente sono rappresentate testa, gambe e tronco, in seguito appariranno le braccia, gli occhi e tutti quegli elementi che il bambino ritiene essenziali nella rappresentazione, omettendo invece quelli considerati non rilevanti.
Tra i sette e gli undici anni le rappresentazioni grafiche dei bambini subiscono una importante variazione e anche un’omologazione a modelli proposti.
Dopo gli undici anni il disegno viene utilizzato prevalentemente come un mezzo per raffigurare il contesto in cui si vive, in modo sempre più realistico grazie alla progressiva comprensione dei rapporti spaziali.
Come si è precedentemente accennato, il disegno dei bambini è la modalità espressiva per eccellenza e il mezzo più immediato e efficace per esprimere liberamente il proprio mondo interiore; può diventare, quindi, per l’insegnante, uno strumento fondamentale per entrare in contatto con i bisogni, con le paure e con gli stati d’animo dei bambini in funzione del miglioramento delle relazioni a scuola e a casa, fermo restando che la diagnosi clinica dell’elaborato grafico spetta solo allo psicologo o al neuropsichiatra.
Diversi autori hanno cercato di assegnare un significato ai simboli grafici più ricorrenti dei disegni dei bambini, integrando tre livelli di analisi simbolica: il simbolismo grafico, il simbolismo legato al contenuto e il simbolismo formale-spaziale. 
Il simbolismo grafico comprende l’insieme delle linee tracciate, l’intensità del tratto e l’ombreggiatura. Entrando nello specifico, il segno grafico delle linee rappresenta la posizione del bambino rispetto all’ambiente in cui vive. Pertanto, disegni con linee ampie, ben tracciate denotano un bambino estroverso, sicuro e vitale; al contrario linee brevi o spezzate potrebbero indicare un bambino più riservato, che ha bisogno di proteggersi, più timido. Un tratto intenso mostra l’energia e lo stato emotivo del bambino nel momento in cui realizza l’elaborato grafico mentre l’ombreggiatura potrebbe essere rivelatrice della presenza di preoccupazioni o di ansie rispetto a situazioni di vita.
Il simbolismo spaziale-formale è indicativo della comunicazione tra il soggetto e l’ambiente in cui vive e la quantità di spazio utilizzata nel foglio può dare informazioni sullo spazio vitale che un bambino si concede il permesso di occupare. Riguarda l’insieme di elementi quali la grandezza, la direzione, la localizzazione, la forma e il movimento. Ad esempio, un bambino timido e riservato disegnerà in uno spazio del foglio limitato mentre un bambino con grande senso di autoaffermazione utilizzerà una grande porzione di spazio. Anche la direzione che assume l’espressione grafica fornisce informazioni interessanti; un disegno spostato verso destra indica spinte verso il futuro; al contrario di un disegno che è prodotto da destra verso sinistra denota probabili regressione verso il passato. La localizzazione fornisce invece informazioni sulle caratteristiche e risorse dei bambini. Un bambino sognatore, ricco di immaginazione, tenderà a disegnare nella parte superiore del foglio a differenza di un bambino timido e riservato che disegnerà nella parte inferiore del foglio. Bambini proiettati verso il futuro disegneranno nella parte destra del foglio mentre bambini legati al passato disegneranno nella parte bassa. Il concetto di buona forma è testimone delle tappe di sviluppo cognitivo e emotivo del bambino. Come si è precedentemente illustrato, ogni fascia di età ha determinate capacità grafiche e quindi l’analisi della buona forma può aiutare nell’individuazione di eventuali disturbi cognitivi ed emotivi. Il movimento dei disegni dà informazioni sull’aspetto cinestetico impresso alle figure.
Il simbolismo di contenuto comprende aspetti quali la posizione, la successione e la valorizzazione o svalorizzazione delle figure o oggetti presenti nel disegno ed è la dimensione più complessa da osservare. Ad esempio, un personaggio cancellato è un segno evidente di conflitto oppure l’ordine di successione dei personaggi disegnati indica l’importanza attribuita ai personaggi del disegno. Anche le distanze tra personaggi o oggetti danno informazioni importanti sulle difficoltà o sul desiderio di contatto. Quando c’è un evidente bisogno di contatto i personaggi si terranno per mano o si guarderanno negli occhi, al contrario i posizionamenti a latere indicano senso di abbandono o paura di essere messi da parte. La valorizzazione di un personaggio indica il grado di investimento affettivo messo in atto dal soggetto che disegna. Un personaggio valorizzato avrà un tratto armonico, curato, una posizione in vista, una maggiore ricchezza di dettagli al contrario di un personaggio oggetto di svalorizzazione che sarà disegnato per ultimo, alla fine del foglio, con povero di dettagli e di dimensioni ridotte.
Per concludere questa disamina si vuole ribadire che l’osservazione del disegno infantile è, per l’insegnante, uno strumento molto importante per entrare in connessione con i bisogni e le necessità dei bambini o per l’individuazione del disagi o delle difficoltà ma la diagnosi clinica che deriva dalla lettura e dalla comprensione del disegno spetta allo psicologo e al neuropsichiatra infantile. Gli insegnanti possono pertanto considerare l’osservazione dei disegni come una delle tante risorse e strategie per conoscere in modo più profondo i propri alunni.


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